Capra: simbolo di agilità, fecondità e intelligenza
La Capra, sin dall’alba dei tempi, è protagonista di innumerevoli miti e leggende. Qualsiasi popolazione antecedente la nostra, ha legato alla figura della capra, un simbolismo specifico, talvolta positivo altre negativo. Oggi, è associata all’agilità, fecondità e intelligenza. Al contrario della credenza popolare, infatti, la Capra è tra gli animali con l’intelligenza più sviluppata in assoluto.
Il significato e la simbologia della Capra
Nella mitologia, vi sono diverse divinità cornute e, tra esse, c’è anche la Capra. Come ogni dio cornuto, il ruolo principale da essa svolto, era quello di proteggere l’abitazione ed essere di buon auspiscio per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Questo bovide, infatti, spinge all’introspezione. Così come essa, in natura, è in grado di arrampicarsi su ripide scalate, arginando ostacoli e imprevisti grazie alla sua agilità, anche l’uomo, dovrebbe essere spinto a emanciparsi conoscendo se stesso. Nello specifico, sciogliendo le proprie riserve, le proprie paure, le proprie dannose convinzioni, può balzare in avanti e, come fa la Capra, arrivare fino alla vetta.
La Capra nella mitologia e nella leggenda
Per i Celti, il dio cornuto veniva chiamato Cernunnos = colui che ha le corna. Sostenevano che facesse dono di virilità e rinnovamento. Per i Greci, invece, il dio Pan era un’entità per metà uomo e per metà Capra. Gli antichi egizi, sostenevano che le donne dalla dubbia morale, avessero degli incontri amorosi con il dio Pan. Erodoto, sosteneva che i popoli Mendes, situati nel delta del Nilo, venerassero il dio caprone. Lo scrittore greco Plutarco, scriveva di donne di rara bellezza scelte come amanti del dio caprone.
Una connotazione negativa, dunque opposta alle precedenti, la si trova dall’avvento della religione cristiano-cattolica fino, per taluni, ai giorni nostri. Questo animale, infatti, viene rappresentato come uno dei volti del maligno, associata al pentagramma raffigurato sulla fronte. Conseguenza di un’interpretazione erronea di un passo della Bibbia, che non demonizza assolutamente le capre.
A cura di Silvia Scanu