Anaconda: simbolo di forza, fecondità e sessualità
L’Anaconda è un enorme serpente tropicale. Può raggiungere l’incredibile dimensione di 8 metri. Animale molto temuto dall’uomo moderno, è stato invece adorato da antiche civiltà. Associato alla forza, alla fecondità e alla sessualità, rappresentava per il popolo indigeno degli Incas l’emblema della nascita.
Il significato e la simbologia dell’Anaconda
Ancora oggi, nei vecchi palazzi Inca presenti a Cuzco, possiamo ammirare la raffigurazione iconografica dell’Anaconda scolpita su pietra. Le immagini raccontano di un grande serpente che si immerge nell’acqua. Rappresentazione molto significativa ai fini della simbologia. Il messaggio che vuole trasmettere, infatti, è la similitudine tra l’Anaconda e lo spermatozoo che, tuffandosi nell’acqua/utero incontra l’ovulo, dando origine a una nuova vita. Una connotazione assolutamente positiva, in contrasto con la visione mitologica del serpente nella Bibbia. Da una parte, il serpente come nascita/generazione/nuovo ciclo, dall’altra, il serpente come tentazione/inganno/menzogna.
L’Anaconda è, dunque, collegata all’energia femminile. Come animale Totem, è stato venerato anche dagli antichi egizi, in quanto simbolo ancestrale della creazione. Nel Libro dei Morti si narra del dio creatore Atum, raffigurato come un grande serpente generatosi autonomamente, anche incarnazione del sole che tramonta.
Anche per la mitologia norrena, il serpente gigante, è alla base delle radici del frassino che sorregge i nove mondi. Si dice che attorno a lui ce ne siano tanti altri, di dimensioni ridotte, ma numericamente incalcolabili.
Il serpente divino, così chiamato, invece, nei testi sacri induisti, è rappresentato con numerose teste, le quali lo aiuterebbero a sostenere il peso di tutti gli astri dell’universo.
In quanto simbolo della sessualità, lo vediamo sovente raffigurato come un serpente che si morde la coda. Atteggiamento che sta ad indicare la forza generatrice, il maschile e il femminile insieme, l’unione tra il cielo e la terra. Un cerchio, l’uroboro (o uroboros) senza inizio nè fine, un continuo ricrearsi e rigenerarsi nell’unione del tutto.
L’anaconda è, dunque, un simbolo esoterico dell’incessante ciclicità del tempo.
A cura di Silvia Scanu