Arca dell’Alleanza

L’arca dell’Alleanza: un condensatore?

Dio fece costruire a Mosè un’arca per potervi custodire all’interno le Tavole della Legge:

Farai dunque un’arca di legno d’acacia (…). La rivestirai d’oro puro: dentro e fuori la rivestirai e le farai intorno un bordo d’oro (…). Nell’arca collocherai la testimonianza che io ti darò. Farai il coperchio, o propiziatorio, d’oro puro (…). Farai due cherubini d’oro: li farai lavorati a martello sulle due estremità del coperchio. Fai un cherubino ad una estremità e un cherubino all’altra estremità (…). Porrai il coperchio sulla parte superiore dell’arca e collocherai nell’arca la testimonianza che io ti darò.

Sappiamo che l’Arca dell’Alleanza era stata ordinata secondo una forma esattissima dal Signore ed eseguita conformemente agli ordini di Mosè. Essa era fatta in legno di Sétim, rivestita d’oro all’interno e fuori, seguendo guarda caso lo stesso principio di funzionamento dei condensatori elettrici: due conduttori separati da un isolante. Inoltre, era cinta da una corona d’oro. L’Arca si trovava in una regione secca, dove il campo magnetico naturale raggiunge normalmente dai 500 ai 600 volt per ogni metro verticale.
Probabilmente, essa conteneva delle pile analoghe a quella ritrovata a Baghdad. La corona, in tal caso d’oro, sarebbe servita a caricare le pile o il condensatore.

I custodi dell’Arca dell’Alleanza 

La custodia dell’Arca era confidata ai Leviti, gli unici che avevano il diritto di toccarla o, meglio, gli unici istruiti per poterlo fare. Per spostarla utilizzavano due bastoni di legno rivestiti d’oro negli anelli, in modo che dalla corona al suolo la conduzione si formasse con presa di terra naturale. Fu usata per abbattere le mura di Gerusalemme (quindi, aveva anche un forte potere distruttivo). Infatti, Uza rimase folgorato quando la toccò incautamente.

Venne rubata dai Filistei, ma non riuscirono a controllarne la potenza: distrusse il loro dio Dagon, e ovunque venisse portata lasciava la lebbra.  Interessanti sono le Cronache di Salomone:

Arca dell'Alleanza

Axum, metropoli cristiana, secondo i sacerdoti, è ancora più antica: accoglie infatti la tomba del primo Menelik. Nella basilica di Axum, insieme con le toghe purpuree e le tiare imperiali, si custodisce l’Arca dell’Alleanza, che egli portò con se da Sion (…). Quando Ibna Hakim, figlio di Salomone, farà ritorno in Etiopia, porterà con sé, a bordo di agili vascelli, l’Arca dell’Alleanza e la ricca gioventù di Sion.

Secondo le leggende, l’Arca dell’Alleanza venne donata (o solamente prestata per qualche oscura ragione) da Salomone alla regina di Saba o, meglio, Bilquis, regina dell’antico Yemen.

Ma in un secondo tempo potrebbe essere ritornata a far parte del patrimonio degli Ebrei. Nel 587 a.C. scomparve in seguito alla loro deportazione a Babilonia e di essa non si seppe più niente. Tuttavia, potrebbe essere stata riportata a Gerusalemme.

Nelle mani di Roma

Lì sarebbe rimasta fino al 71 d.C., quando l’imperatore romano Tito conquistò la città e ne depredò i tesori per arricchire la sua Roma e il Tempio della Pace sito nella stessa città. Di pianta più o meno quadrata, il Foro della Pace venne realizzato nell’età dei Flavi in onore della Pax restaurata nell’impero, e nell’antichità era considerato l’ottava meraviglia del mondo. La grande piazza, porticata su tre lati (sul quarto, ove è l’ingresso, c’è uno pseudo-portico), venne ideata sotto l’impero di Vespasiano alla fine del I secolo d.C.

Sul fondo fuoriesce, dalla linea del portico, il Tempio della Pace, con il suo pronao ottastilo. Ai lati del tempio vi erano due biblioteche, una greca e una latina. Il complesso divenne un museo dove raccogliere i tesori sottratti alle popolazioni conquistate da Roma, quindi, i tesori delle campagne di Vespasiano e specialmente di Tito. Questi nel 71 d.C. aveva conquistato Gerusalemme, appropriandosi di tutti gli oggetti contenuti nel suo famoso tempio. I  tesori giudaici affluirono a Roma (come testimoniano i rilievi dell’Arco di Tito) e finirono per accrescere la collezione di opere d’arte già presenti nel Tempio della Pace.

Alcune opere di gran valore rimasero a Roma fino ai giorni nostri, confluendo nel tesoro del Vaticano, come il Menorah, il grande candelabro d’oro a sette braccia che possiamo anche vedere nei rilievi dell’Arco di Tito. Anche l’Arca potrebbe essere finita tra i tesori conservati nelle camere segrete del Vaticano, il quale, tra l’altro, non hai mai negato di possederla. Per il momento, il nascondiglio dell’Arca dell’Alleanza rimane un mistero.

Questo è un altro esempio utile a dimostrarci quanto fossero avanzate le conoscenze scientifiche degli uomini di allora, al contrario di quel che potremmo immaginare.

 

di Roberto Volterri
tratto dal libro Archeologia dell’Impossibile
Tecnologie degli Dèi

AUTORE: ROBERTO VOLTERRI

PREFAZIONE: MARIO PINCHERLE

FORMATO: 16 X 23

PAGINE: 164

ISBN:  978-88-89713-19-8

Archeologia dell’Impossibile

 

Sarebbe ben arduo sperare di rintracciare in qualche Museo alcuni dei reperti descritti in questo libro. Perché? Ma è semplice: perché… non esistono o non sono mai esistiti. Almeno ‘ufficialmente’… Questo lavoro vorrebbe, quindi, colmare tale lacuna e dovrebbe essere inteso come un vero e proprio manuale di “Archeologia eretica”, indispensabile a tutti quei ricercatori dell’ignoto che vogliono affrontare uno studio sperimentale sulle “possibili tecnologie antiche”, con l’indispensabile apertura mentale necessaria ad intraprendere una strada irta di ostacoli, ma soprattutto nel pieno rispetto dell’ortodossia scientifica.

L’Autore, pur occupandosi in ambito universitario degli aspetti più concreti della ricerca archeologica, ha tentato di ricostruire impossibili oggetti, basandosi in alcuni casi su testi biblici, in altri su testimonianze storiche e in qualche caso facendo “atto di fede” nei confronti di qualche studioso del passato che ha sostenuto di averli visti o di averli realizzati egli stesso. Pila di Baghdad? Arca dell’Alleanza? Lumi eterni? Bussola Caduceo? Specchi ustori? Urim e Tummin? Lente di Layard? Sono degli oggetti “impossibili”… ma non per tutti e, seguendo le indicazioni fornite in questo libro, anche voi riuscirete a realizzarli facilmente!