Cosa vedere e come visitare in Cappadocia
La Cappadocia (in turco “Kapadokya” e in greco “Καππαδοκία”) è una regione dell’Anatolia, corrispondente all’attuale Turchia centrale. L’Anatolia è divisa tra le province di Cesarea, Aksaray, Niğde e Nevşehir. Posta ad un’altezza media di 1000 metri, la Cappadocia è delimitata ad est da Kayseri, a ovest da Aksaray, a nord da Hacibektaş e a sud da Niğde e a sud est da Ankara.
Non è un’area ben definita ma piuttosto una regione storica non individuabile politicamente sulla cartina. In quest’area vivono circa un milione di abitanti e, una delle principali caratteristiche, è quella di avere gli insediamenti molto vicini uno all’altro senza soluzione di continuità.
La roccia su cui sorgono questi insediamenti, composta essenzialmente da tufo. Questa morbida roccia è stata, nel corso dei millenni facilmente modellata dagli agenti atmosferici. Così, il paesaggio, risulta oggi come lo vediamo e per il quale la Cappadocia è diventata famosa. La Cappadocia è forse la zona archeologia dove elementi artificiali e natura si mescolano in modo straordinariamente equilibrato.
Nevsehir, Avanos e Urgups
La Cappadocia è un mosaico geologico unico al mondo e rappresenta un incredibile patrimonio sia architettonico che paesaggistico. Ancora oggi mantiene salda la sua attrazione costituendo uno dei luoghi turistici più importanti della Turchia.
Ogni anno centinaia di migliaia di turisti arrivano fin qui, nel cuore della Turchia per visitare città uniche come Nevsehir, Avanos e Urgup. Un luogo di incomparabile fascino dove la natura ha espresso la sua “fantasia” in maniera davvero sorprendente costruendo canyon, pinnacoli, castelli rupestri, torri e, per finire, i famosi “Camini della Fate”. All’interno di queste suggestive e affascinanti formazioni laviche sono custodite quasi 3.000 chiese rupestri e cappelle ornate da affreschi risalenti al periodo bizantino.
Il termine “Cappadocia” si pensi derivi da “Katpadukya” il cui significato sarebbe “terra dei bei cavalli”.
Quest’origine è avvalorata dal fatto che i cavalli che vivono in questa regione divennero famosi quando furono offerti in dono al re Assiro Sardanapalo, a Dario e Serse, sovrani di Persia. Insieme al Parco Nazionale di Göreme, che complessivamente si estende per 9576 ettari la Cappadocia è stata inclusa nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dall’UNESCO nel 1985.
La storia della Cappadocia
Il tipico paesaggio che caratterizza la Cappadocia è dovuto a una serie di eventi naturali che si sono manifestati nel corso di diversi milioni di anni. Circa 60 milioni di anni fa, prese forma la catena montuosa del Tauro situata nell’Anatolia meridionale. Durante tale formazione, nell’Anatolia Centrale cominciarono a crearsi burroni e depressioni. Queste, circa 10 milioni di anni fa, vennero colmate da magma e vari materiali vulcanici. Questi materiali man mano scomparvero trasformando la regione in un grande altopiano. La Cappadocia, popolata già dai tempi preistorici fu insediata dagli Hatti i quali vi abitarono tra il 2500 e il 2000 a.C. durante l’Età del bronzo.
In seguito giunsero gli Ittiti e subito dopo gli Assiri che tra il 2000 e il 1800 a.C. stabilirono qui le loro vie di commercio. Nel 1250 a.C. regnarono i Frigi mentre nel sesto secolo i Lidi. Questi ultimi presero possesso di quasi tutta la Cappadocia ma i Persiani li sconfissero subito dopo conquistando l’intera area. Nel 17 d.C. la regione divenne una provincia romana. Qui i nuovi conquistatori ristabilirono le vie commerciali e militari, costruirono centri urbani e stabilimenti. Le prime comunità cristiane ricomparvero in questa zona contemporaneamente alla diffusione della cristianità in Asia Minore. A queste si unirono quelle perseguitate e cacciate da altre regioni per via del loro credo.
Così, nel corso degli anni la Cappadocia divenne un luogo dove varie etnie si incrociarono influenzando la cultura di tutta la regione. San Basileo Magno (329-379 d.C.) vescovo di Cesarea (odierna Kayseri), riusci ad ispirare molte colonie religiose creando una vita monastica che perdurò in Cappadocia per circa mille anni. Prima le invasioni dei Turkmeni e dei Mongoli, poi quelle dei Selgiuchidi e degli Ottomani, posero fine a questo movimento.
Come arrivare in Cappadocia
La Cappadocia è liberamente visitabile da chiunque. È consigliabile, ovviamente, usare l’aereo per arrivare ad Ankara e poi prendere un’auto per potersi muovere con più facilità su una vasta area. Occorrono circa 4 ore di auto, partendo da Ankara, per raggiungere il cuore della Cappadocia e sono necessari circa 3 giorni per visitarla.
Giunti all’interno della Cappadocia è facile immergersi nel suo magico mondo. Entrare nelle numerose chiesette scavate nella roccia, così come le abitazioni, le spaccature, i canyon e nel paesaggio fiabesco dei “Camini delle Fate”. Durante il tour è vivamente consigliabile una visita alla città di Uchisar, nella zona di Cavusin. Molto interessanti sono l’Open Air Museum di Zelva e la valle dei “Camini delle Fate”. Il tutto si trova in un raggio di 20 Km da Goreme. Altro interessante luogo che consigliamo vivamente di visitare è il monastero di Selime e le città sotterranee.
Quando andare in Cappadocia
Il clima di Goreme è quello tipico dell’Anatolia centrale. Questo è caratterizzato da estati calde e asciutte con temperature mai eccessive, oscillanti tra i 26° e i 28° di massima. Quindi, il periodo consigliato per recarsi in Cappadocia è quello che va da metà maggio fino a ottobre compreso. Il periodo invernale è più duro e spesso risulta freddo. Infatti, le temperature minime raggiungono valori sotto lo zero tra dicembre e marzo. Il periodo primaverile, invece, potrebbe risultare piovoso.