I Menhir di Biru e Concas
Sorgono (NU)
Al centro della Sardegna, a occidente del Gennargentu, si trova la più grande concentrazione di menhir di tutto il Mediterraneo, denominata zona dei Menhir di Biru e Concas e risalente a circa 5000 anni fa. L’area, ricadente nel Parco Archeologico di Biru e Concas (che letteralmente significa sentiero delle teste) presenta circa 200 massi scolpiti e levigati dalla forma ogivale. Per il suo elevato numero di menhir, successivamente alla sua scoperta, il sito è stato battezzato la Stonehenge Sarda.
Cenni storici
La scoperta di una tale concentrazione di menhir (che significa pietra lunga) è stata effettuata nel ventesimo secolo ed è considerata un evento eccezionale dato che prima gli esemplari conosciuti erano appena a una cinquantina. La loro origine è antichissima: alcuni di essi risalgono al periodo Neolitico recente (3500-2800 a.C.), quindi considerati proto antropomorfi, altri risalgono all’Enolitico (2700-1700 a.C), ovvero antropomorfi.
Si tratta di statue sacre costruite per venerare la Madre Terra o Dea Madre, simbolo di fertilità e abbondanza. Quello della Dea Madre è uno dei culti più antichi perché direttamente associato alla Terra che nella sua sacralità origina la vita. In tal senso la forma di tali pietre assume un simbolismo fallico, in riferimento anche al concepimento della donna.
Curiosità sui Menhir di Biru e Concas
Diverse curiosità e misteri ruotano intorno ai Menhir di Biru e Concas. La prima è che l’area è stata collocata proprio al centro della Sardegna. Se ciò è avvenuto intenzionalmente, come facevano degli uomini vissuti in era preistorica a sapere con tanta precisione dove posizionare i grandi massi? Come riuscirono a calcolare il posizionamento dei monoliti per farne una vera e propria carta stellare?
La seconda curiosità riguarda, appunto, la loro disposizione. Infatti, una volta raggiunto il sito si può notare che la disposizione dei menhir è divisa per gruppi. Troviamo gruppi di due o tre massi disposti in modo circolare oppure allineati fino a raggiungere i venti elementi consecutivi. Alcuni sembrano formare un percorso verso il Sole mentre altri ne formano uno che conduce a ovest, verso il tramonto. Tra di essi, come già accennato alcuni presentano caratteristiche antropomorfe, ovvero con attributi umani. Secondo un altro filone di studi i Menhir di Biru e Concas costituivano degli osservatori astronomici con cui calcolare i periodi dei solstizi e degli equinozi, poiché fungevano da indicatori per il tempo e lo spazio. Tra l’altro, coloro che si sono cimentati in misurazioni varie hanno accertato la presenza di un forte magnetismo, percepibile anche in parte senza l’ausilio delle specifiche strumentazioni.