Giganti di Pietra di Campana – Campana (CS)

Giganti di Pietra di Campana

Campana (CS)

Nel Parco Nazionale della Sila, vicino Campana (CS) sorgono due enormi monoliti, scoperti da un architetto di Cosenza, Domenico Canino denominati, appunto Giganti di Pietra di Campana. Oggetto di studio da diverso tempo, sono ancora in attesa di una giusta collocazione storica e archeologia. Infatti gli studiosi non sono tuttora completamente concordi, anche se la zona in cui sono stati rinvenuti mostra prove di insediamenti risalenti addirittura all’Età del Ferro. L’erosione dovuta al notevole tempo trascorso e gli eventi sismici di cui sono state vittime non aiutano certo a capire se i giganti di pietra siano il frutto di uno scherzo della natura oppure dell’ingegno umano. Anche in quest’ultimo caso, però, emergono diversi interrogativi.

Cenni storici

I Giganti di Pietra di Campana sono due enormi blocchi di pietra, distanti tra loro circa 3 metri composti da diversi strati di roccia sovrapposti. La prima statua, alta 5 metri, sembra rappresentare molto chiaramente un elefante. L’identificazione della seconda statua risulta un po’ più difficile. Nella parte inferiore si possono distinguere due gambe umane, integre fino alle ginocchia, ma la parte superiore è stata completamente distrutta. Molto probabilmente parte della struttura è andata completamente perduta, salvo per qualche frammento che si potrà trovare scavando il suolo circostante. Sembra che gli studiosi oggi, siano più propensi, in seguito a ulteriori studi, nel considerare i due monoliti più come il frutto dell’ingegno dell’uomo e non come il casuale frutto di un opera erosiva da parte di Madre Natura.

La mappa di Domenico Canino

Lo studioso Domenico Canino è riuscito con il tempo anche a rintracciare antichi documenti, ovvero una mappa del 1606 appartenente a Giovanni Antonio Magini. Dalla mappa, appartenuta e redatta dallo stesso astronomo, matematico e cartografo italiano, risulta un luogo chiamato Cozzo delli Gigante. Ciò testimonia come il luogo fosse noto già nell’antichità grazie alla presenza delle due grandi statue. Studiando le mappe, infatti si è potuto constatare la precisione con cui sono state realizzate (tenendo comunque presente i mezzi a disposizione da utilizzare per le conoscenze territoriali del tempo).

La mappa infatti divenne talmente famosa da essere ricalcata dalla maggior parte dei geografi di allora, in tutta l’Europa. Esistono tre teorie secondo le quali si è cercato di comprendere quale potesse essere il periodo in cui sono stati realizzati i monoliti. La prima farebbe risalire i Giganti di Pietra all’epoca della conquista di Pirro, quindi all’inizio del III sec. a.C.; la seconda li attribuirebbe ai soldati di Annibale, alla fine del III sec. a.C., durante la Seconda Guerra Punica. La terza teoria, come già accennato, farebbe delle sculture un’opera risalente all’epoca preistorica. Tale teoria ha origine soprattutto dall’entità della prima raffigurazione. Essa infatti rappresenterebbe un Elephas antiquus, una specie estinta 11.000 anni fa. Ciò è riscontrabile grazie alla forma delle zanne dell’animale che appare dritta (tipica della specie preistorica) e non ricurva verso l’esterno come negli elefanti dei nostri tempi.

Il mistero dei Giganti di Pietra di Campana

Intorno alla costruzione dei due Giganti di Pietra di Campana ruotano ancora oggi numerose incertezze è misteri. Il primo è legato incredibilmente all’impossibilità di comprendere precisamente quando le statue siano state costruite. Il secondo mistero ancora irrisolto è comprendere chi le abbia costruite e perché. Tra l’altro, le statue già altissime così, dovevano, in origine essere colossali. La prima, infatti, rappresenta un l’elefante, ed è anch’essa incompleta. Accanto alla testa si può scorgere una forma cilindrica che tende verso il basso, molto probabilmente ciò che rimane di un ipotetico passeggero. Forse un guerriero?

La seconda statua (battezzata il Ciclope o il Guerriero seduto), invece, in origine doveva richiamare molto le sculture presenti ad Abu Simbel, in Egitto. Altri due misteri avvolgono la storia del sito… Sembra infatti che il famoso Magini abbia a sua volta copiato la mappa da quelle già esistenti, realizzate da Cartapecora Aragonesi, non avendo egli mai visitato la Calabria. Il secondo riguarda la segnalazione del posto sulle mappe che sarebbe scomparsa dopo il 1827… Perché?