Antro della Sibilla
Pozzuoli (NA)
L’Antro della Sibilla è un luogo affascinante, magico e ricco di mistero. Si trova nel Parco Archeologico di Cuma, nel comune di Pozzuoli. Si tratta di una galleria artificiale chiamata, appunto, Antro della Sibilla, divenuta famosa proprio per le leggende riguardanti l’operato della Sibilla Cumana, una potente veggente. Nel visitare la galleria, infatti, ci si sente avvolti immediatamente da un aurea magica e misteriosa. L’effetto, visivamente, dovuto anche all’alternanza della luce, è quello di una galleria lunghissima e senza fine.
Cenni storici
Lunga centotrentuno metri, alta cinque e lunga due metri e mezzo, ha a tratti una forma trapezoidale nella parte superiore e rettangolare in quella inferiore. Le sue origini purtroppo sono ancora incerte. Alcuni archeologi attribuiscono la sua realizzazione a un periodo che va dal VII al VI secolo a.C., mentre altri la collocano tra il X e il IV secolo a.C. Certo è, invece, che la galleria subì delle modifiche in epoca romana, soprattutto durante il dominio dell’imperatore Augusto e durante la dominazione bizantina. Alcuni studiosi, infatti, ipotizzano che la galleria fosse semplicemente un sito militare e strategico, avente lo scopo di difendere la città e il porto sottostante.
Lungo il percorso, sulla parete ovest, sono state realizzate delle aperture allo scopo di far entrare sia aria che luce e soprattutto di raggiungere più velocemente i terrazzamenti su cui era stata posizionata tutta l’artiglieria e le macchine d’assedio. Sulla la parete est, invece, a un certo punto si apre un altro ambiente, caratterizzato a sua volta da altre tre stanze. Nelle stanze è presente una pavimentazione e furono utilizzate sia come cisterne sia come luogo di sepoltura, come avvenne poi con il resto della galleria. Al centro del tunnel si trova un piccolo vestibolo dove sono presenti dei sedili scavati nella roccia, e al di là di essi vi è una camera a volta. Si dice proprio in questa stanza Sibilla ricevesse coloro che si affidavano ai suoi poteri di prevedere il futuro.
Misteri e leggende dell’Antro della Sibilla
Sono tante le storie e le leggende legate all’Antro della Sibilla, tra le quali la più famosa narra dell’amore tra la sacerdotessa e il dio Apollo. Numerose infatti erano, nell’antichità, le sacerdotesse aventi il dono della veggenza e consacrate ad Apollo. La storia della Sibilla Cumana è giunta fino a oggi per la sua particolare evoluzione e l’esclusivo rapporto con il dio greco. Anche Virgilio, nell’Eneide, ne decantava l’arte profetica. Si narra infatti che la donna fosse così bella da aver fatto innamorare lo stesso Apollo e che egli arrivò a offrirle qualsiasi cosa pur di averla come sua sacerdotessa. Lei accettò, prelevò un mucchietto di sabbia dalla spiaggia e chiese al dio di poter vivere per tanti anni quanti i granelli di sabbia raccolti. Nel formulare tale richiesta dimenticò di includere di poter trascorrere la lunga esistenza in costante giovinezza.
In seguito e a causa di tale dimenticanza, la Sibilla visse in forma fisica finché il corpo non si consumò del tutto, riducendosi a una piccolissima massa informe, della grandezza di una larva. Apollo rinchiuse ciò che ne rimaneva in un’ampolla e la espose nel suo tempio.
L’essenza della sacerdotessa, destinata a vivere ancora per molto tempo, attraverso la sua voce continuò sempre a fornire i suoi servigi. Perfino dopo che il contenuto dell’ampolla fu completamente sparito. Si narra infatti che, all’interno dell’Antro della Sibilla, ancora oggi si possa udire la sua voce. Prima che il corpo della sacerdotessa si dissolvesse del tutto, Apollo le propose di rinunciare alla sua verginità per essere completamente sua. Se la donna avesse accettato il dio le avrebbe restituito la giovinezza perduta. Ella però rifiutò per non perdere la sua virtù e, nel corso dei secoli, il suo più grande desiderio divenne quello di poter morire in pace.