Il Manoscritto Voynich: una nuova teoria
Il cosiddetto Manoscritto Voynich deve il suo nome proprio al suo scopritore Wilfrid Michael Voynich, mercante di libri rari, di origine russa ma naturalizzato inglese. L’antiquario, nel 1912, lo acquista – per mezzo di un “contatto” avuto con il gesuita Joseph Strickland (1864-1915) – da una comunità di ecclesiastici… in bolletta. O, più seriamente, desiderosi di far effettuare alcuni lavori di restauro a quella che oggi è nota come “Villa Mondragone”, tra Frascati e Monte Porzio Catone, a pochi chilometri da Roma.
Vilfrid Voynich
Tra i vari libri, Voynich acquista anche gli oltre cento fogli di cui ci stiamo occupando, pensando di poter far decifrare lo stranissimo testo da qualche esperto crittografo… Il Manoscritto Voynich è stato realizzato utilizzando 102 fogli – per un totale di centodue pagine – di pergamena di capretto, ottenuta con una lavorazione abbastanza semplice, prodotta mediante coltelli e altri utensili in uso all’epoca, completata da un processo di essiccazione naturale e seppiatura ottenuta mediante uso di pietra pomice nella fase finale del processo. In origine – abbiamo osservato con attenzione alcune parti della legatura tramite dettagliate immagini ad alta risoluzione – questo “Libro dell’Abisso” dovrebbe essere stato composto da almeno centosedici fogli, quattordici dei quali sembra siano stati smarriti.
Oppure “trafugati” da chi lo ha avuto tra le mani non appena il “Voynich” arriva a Roma per una possibile decifrazione?
Ma come è arrivato nell’Urbs aeterna il misterioso manoscritto?
Verosimilmente è giunto a Roma per opera del medico e reale bibliotecario Johannes Marcus Marci il quale svolge le sue importanti funzioni a Praga, presso la corte di Rodolfo II, appassionato di studi alchemici, di ogni “stranezza” che possa riuscire a collezionare e, in cuor suo, convinto che il “Voynich” sia stato scritto nientemeno che da Ruggero Bacone, il “Doctor Mirabilis”!
Cosa è raffigurato nel Manoscritto Voynich?
Indubbiamente il tanto discusso Manoscritto Voynich invoglia a fare le più ardite riflessioni sul significato di alcune sue strane raffigurazioni. Piante conosciute insieme ad altre appartenenti forse ad una sorta di criptobotanica, costellazioni a noi ben note che fanno bella mostra di sé insieme a rappresentazioni della volta stellata che non sembrano poter rientrare in nessun testo di astronomia ammantano, da oltre un secolo, di un’indefinibile aura di “mistero” il manoscritto che l’Università di Yale (USA) ha quasi sbrigativamente denominato solo e soltanto manoscritto MS408. Poca cosa, in verità, per un reperto che ha fatto scorrere i classici fiumi di inchiostro sulla sua presunta origine, sul suo misterioso (o misteriosi?) autore e sulla lingua in cui appare redatto.
Una SPA d’altri tempi?
Ma quel che più ha colpito la nostra “fantasia” di ricercatori dell’insolito sono le ormai famose gentili e leggiadre fanciulle che sembrano trastullarsi in mezzo a fiotti di acqua scaturenti da insolite tubature, mentre si attardano nel crogiolarsi in curiose vasche colme di uno strano liquido verdastro… Poiché il viso delle improvvisate Naiadi appare improntato a un enigmatico, serafico, sorriso mentre le loro gote sono sempre abbellite da una sorta di… “fard” o rese ancor più vive grazie ad un rossore naturale dovuto al piacere tratto dall’immergersi parzialmente in un liquido – verosimilmente acqua ma… con qualcosa in più – abbiamo pensato subito a insolite cure termali, ad un “centro benessere”. Insomma ad una “Salus Per Aquam”, ma sì, avete capito bene, ad una “SPA” molto ante litteram! Ma perchè tutto ciò?
Il Codice Voynich: nuove teorie sul suo significato
Qui il lettore dovrebbe seguirci in una breve dissertazione – ben poco “accademica” state tranquilli! – su un curioso castello raffigurato nel Manoscritto Voynich, su insolite abitudini alimentari in auge in terra ungherese nei dintorni del Lago Balaton, su dettagli architettonici legati alle merlature dei castelli edificati nel XIV secolo – decennio più, decennio meno… – e su possibili problemi d’ordine ginecologico che potrebbero aver afflitto qualche nobil dama vissuta da quelle parti…
In una delle pagine del “Voynich” – continueremo a chiamarlo affettuosamente così – è infatti raffigurato un castello che potrebbe far pensare ad una costruzione ancora visibile in Ungheria: il castello di Sumeg.
Il castello di Sumeg
Nel “nostro” Manoscritto Voynich, in realtà, viene raffigurata una circoscritta area geografica non lontana da un lago e il castello che vorremmo identificare in quello di Sumeg (ma non solo…) viene presentato con il metodo noto come “occhio di uccello”, ove esso – o altro edificio degno di nota – viene posto al centro dell’area interessata.
Quello che noi identificheremmo con il lago Balaton è raffigurato in alto, sulla sinistra, e quel che appare strano sembra mostrare delle onde alle quali l’ignoto autore del “Voynich” deve avere dato una certa importanza al fine di fare identificare proprio nel Balaton lo specchio lacustre raffigurato. Non lontano dal castello, come già accennato, si trova infatti il lago Balaton – verosimilmente raffigurato nelle pagine piegate, le pergamene, (tra pagina 86 e pagina 87) del “nostro” manoscritto – e tutta l’area è tuttora considerata sede di importantissime stazioni termali le cui acque hanno fama di fare letteralmente “miracoli” riguardo a numerosissime patologie. Anche dell’apparato riproduttivo femminile…
Il Lago Balaton
Un’altra caratteristica del Balaton è la presenza di alte onde dovute ad improvvise tempeste di vento. E – guarda caso – nel “Voynich”, a breve distanza dal castello di Sumeg, viene raffigurato un lago sulla cui superficie si agitano alte onde… In effetti, a causa di improvvise folate di vento, la scarsa profondità del lago e la relativamente alta viscosità delle sue acque, favoriscono questo insolito fenomeno che – in circostanze particolari – dà luogo anche ad onde che possono raggiungere circa due metri.
Sono queste le onde che l’anonimo autore dei disegni del “Voynich”, non di certo a caso, ha raffigurate in una pagina del suo misterioso libro?
Il lago Balaton deve il suo nome al termine slavo “blatna” che significa acquitrino, ma nonostante l’indecoroso epiteto, fin dall’epoca medievale ha avuto ampia notorietà proprio per la presenza di fonti e bagni termali. L’area paludosa che lo circonda dà spazio anche alla presenza di rare piante, alcune delle quali non sono state del tutto identificate. Sono forse le piante che nel “Voynich”, nella sezione cosiddetta “botanica”, non hanno trovato una corretta identificazione? Forse sì, forse no, forse…
Un’altra particolarità delle aree circostanti questo lago è la presenza dei cormorani, uccelli che nidificano sulle piante che nascono nelle zone più calde e accoglienti dei numerosissimi canneti. Ora sappiamo che il cormorano veniva cacciato e trasformato in appetitose leccornie che allietavano la mensa di Rodolfo II di Praga, a causa delle presunte proprietà curative delle sue carni. Proprio quel Rodolfo II, “alchimista” (molto) dilettante e dalla cui corte partì per Roma il Manoscritto MS408. Ma il cormorano viene raffigurato anche nel “Voynich”! Diceva Agatha Christie che “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno… una prova!”.
Ove si narra di “cicogne” che hanno “hanno perso la rotta”…
Possiamo pensare che le cure termali raffigurate nel “Voynich” – il lettore ci consenta di definirle così – non costituivano soltanto un rimedio per la bellezza corporea ma anche una cura per eventuali patologie legate alla infertilità femminile, forse in periodi correlabili ad una sorta di “congiunzioni astrali”?
Vediamo qualche caso specifico… In tutto il nord Europa, in special modo in Ungheria, dal XI secolo in poi, si susseguono nobil donne e principesse legate a complicate storie d’amore, tradimenti, e, a volte, accusate per la loro presunta infedeltà. Nihil sub sole novum, insomma!
Alcune di loro, da Madre Natura un po’ distratta, condannate dalla sterilità, devono circondarsi di stregoni, maghi e alchimisti per provare a porre rimedio alle loro frustrazioni e dare un figlio alla loro “altra metà del cielo”, magari l’Imperatore di turno!
Ma per una dettagliata disamina dei casi che ci hanno indotti a formulare un’inedita “spiegazione” sulle finalità che spinsero qualcuno a comporre lo stranissimo libro, vi suggeriamo di dare un’occhiata a “I Libri dell’Abisso” (Eremon Edizioni, Maggio 2014).
Qui ci limitiamo a dissertare appena, appena sul “Principio di Archimede”, sulle gravidanze e su qualche tecnica, antica e recente, per facilitarle…
“Ogni corpo immerso in un fluido riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto, pari, per intensità, al peso del fluido spostato” reciterebbe infatti qualsiasi studente liceale in una delle solite, tragiche, “interrogazioni alla lavagna”, dissertando sulle geniali intuizioni del siracusano Archimede, vissuto nel III secolo a.C.
Il parto in acqua nel Manoscritto Voynich
Uscendo adesso dall’aula dell’ipotetico Liceo ed entrando… in sala parto, sappiamo che durante la fase finale del travaglio, applicando la tecnica del “parto in acqua” – ideata dal russo Igor Tjarkowskij e messa poi a punto dal medico Michel Odent – la spinta idrostatica verso l’alto eserciterà sulla futura mamma un’azione opposta a quella della forza di gravità e servirà a sostenere il peso del suo corpo e di quello del nascituro.
Ne deriverà una consistente riduzione della pressione addominale, che consentirà contrazioni uterine di maggior efficacia e favorirà la circolazione sanguigna. Ne risulterà una maggior ossigenazione dei muscoli a livello dell’utero, con conseguente azione antalgica e più ossigeno per la creatura che sta venendo al mondo.
Ma non è di certo tutto qui…
Moltissime possono essere, infatti, le cause della sterilità femminile e moltissimi sono stati in passato i rimedi basati sull’impiego di preparati fitoterapici, di cure idrotermali, di frutti o prodotti dell’orto per favorire il volo della… “cicogna” verso la giovane sposa desiderosa di contribuire al biblico “ Crescete e moltiplicatevi e riempite la terra” (Genesi 1: 26-29).
Rimedi popolari da chi scrive raccolti qua e là prescrivono ad esempio di far cuocere delle melanzane e poi mangiarle insieme al siero del latte, ogni giorno, per un intero mese. Disgusto a parte, nelle campagne si assicura una figliolanza robusta e di bell’aspetto se a tale curiosa terapia vengono abbinate maschere di fango sugli organi sessuali…
Per la gentil fanciulla che proprio non gradisce tale invasivo trattamento, le “streghe” di paese suggerivano semicupi di acqua fredda, magari abbinati ad un intruglio ottenuto con radici di Baniano – ovvero il Ficus bengalensis, originario dell’India – fatte seccare e macinate insieme al latte.
Le cure idrotermali
Ma, ci raccomandiamo, il disgustoso “beverone” deve essere rigorosamente assunto di notte, per alcuni mesi, al termine del ciclo mestruale dell’aspirante mamma…
Forse alcuni di tali ingredienti d’origine vegetale sono raffigurati nel Manoscritto Voynich, ma di certo – a parere degli autori di questo libro – nel misterioso manoscritto sono più volte raffigurate cure idrotermali volte a curare alcune patologie dell’apparato riproduttivo femminile o a favorire eventuali gravidanze eliminando problemi dovuti all’infiammazione cronica degli organi genitali.
Studi recenti affermano infatti che le acque termali agiscono anche a livello ormonale, stimolando la funzionalità delle ovaie e regolarizzando il ciclo mensile.
Non ci direte che vi è, ad esempio, sfuggito il fatto che la celeberrima Nicole Kidman è riuscita a rimanere incinta – interventi “più diretti” a parte… – proprio durante le riprese di un film le cui locations erano vicine alle cascate australiane di Kununurra, ove la bella attrice solea rinfrescarsi durante le pause della lavorazione!
Adesso, a puro titolo esemplificativo – per dare maggiore spessore probatorio alle tesi avanzate nelle pagine de “I Libri dell’Abisso” – vorremmo ricordare le “Terme di Lucky”, in Slovacchia, situate sulla parte orientale del Monte Choc, a pochi chilometri dalla cittadina di Ruzomberok.
Ricche di sali di Calcio e Magnesio, escono dalla fonte alla temperatura di circa 32 °C e vengono particolarmente apprezzate sia per ovviare a problemi di sterilità femminile, sia per ridurre drasticamente complicazioni dovute ad interventi chirurgici all’apparato riproduttivo del gentil sesso.
Particolari cure termali
Insomma per favorire la nascita di qualche simpatico “be-bè”!
In molte altre pagine del libro abbiamo dissertato abbastanza su tale tema, evidenziando anche come l’infertilità della donna abbia creato – soprattutto in quel periodo storico in cui è verosimilmente collocabile la stesura del “Voynich” – problemi d’ordine dinastico nell’ambito di alcune case regnanti.
Problemi la cui soluzione fu, presumibilmente, cercata anche in particolari cure termali, idroterapiche, svoltesi proprio nell’area transdanubiana…
Ora vorremmo mettere in evidenza come la raffigurazione delle leggiadre bagnanti possa esaltare ancor di più tale concetto.
Vediamo…
Praticamente tutte le fanciulle mostrano di non essere affatto… denutrite!
Anzi, sembrano essere tutte abbastanza “floride” – se fossimo “cattivi”, diremmo che, vestite, indosserebbero… “taglie forti”… – e alcune sembrano, verosimilmente, in dolce attesa.
Le fanciulle, comunque, appaiono sorridenti, con le gote piacevolmente arrossate dalle sensazioni provate nell’immergersi nelle acque contenute in curiosi contenitori o in vere e proprie piscine.
Altro elemento da mettere in risalto è che le acque contenute nelle vasche – non sempre quelle scaturenti dai ”tubi” – hanno una colorazione “verdastra” o azzurrognola, forse perché arricchite dall’aggiunta di preparati fitoterapici.
Preparati derivanti forse da alcune delle strane piante raffigurate nel manoscritto MS408? Il tema, come vedete, appare affascinante e foriero di curiosi, interessanti risvolti…
di Roberto Volterri e Bruno Ferrante
tratto dal libro I libri dell’abisso
AUTORE: ROBERTO VOLTERRI – BRUNO FERRANTE
FORMATO: 15 X 21
PAGINE: 240
ISBN: 978-88-89713-47-1
I Libri dell’Abisso
Ne “I Libri dell’Abisso” troverete inedite immagini e notizie su alcuni libri mai visti, sfogliati e letti da nessun essere umano. Forse perché… non sono mai esistiti, forse perché non li abbiamo ancora ritrovati. Molti sostengono di averli visti, ma nessuno… sa dove siano realmente, ovvero il famigerato “Necronomicon”.
Ma tra i “Libri dell’Abisso” non potremmo non annoverare anche l’intraducibile (fino ad ora…) “Manoscritto Voynich”, definito come “il libro più misterioso del mondo”.
Catalogato come MS408 presso la “Beinecke Rare Book and Manuscript Library” dell’Università di Yale. Insomma, scoprirete, pagina per pagina, i “misteri” che da un secolo aleggiano intorno a questi stranissimi “Libri dell’Abisso”, ripercorrerete le ricerche degli autori, forse troverete altri indizi, altre “tracce”, altri “misteri”…