Le avventure di Rolando
Rolando, il cui nome è italianizzato in Orlando nei racconti italiani, era uno dei dodici paladini di Carlo Magno. Le opere che ci narrano le vicende di Rolando sono: L’Orlando Furioso dell’Ariosto e L’Orlando Innamorato del Boiardo.
Orlando: la leggenda
L’opera più famosa su Rolando rimane comunque il poema francese dell’ XI secolo, Chanson de Roland. Rolando era conte di Mans e cavaliere di Blaives. Suo padre era il duca Milone di Aglante, sua madre era Berta, la sorella di Carlo Magno.
Rolando si dice fosse un uomo valoroso, giusto, alto più di due metri, forse a volte un po’ troppo avventato e immaturo.
Veniva descritto anche come un uomo dotato di una forza eccezionale. Veniva paragonata, addirittura, a quella di alcuni miti greci come Ercole.
Nel poema dell’Ariosto, Rolando, dopo essere stato rifiutato da Angelica, perde il senno, il quale, va a finire sulla Luna. Astolfo, sul carro di Elia, raggiunge San Giovanni che dimora sulla Luna. San Giovanni consegna ad Astolfo la fiala contenente il senno di Orlando. Giunto, poi, sulla Terra, Astolfo dona la fiala a Orlando che ritorna savio.
Rolando trovò la morte nella battaglia di Roncisvalle contro i Saraceni, nel 778. Da notare che secondo la leggenda, Rolando aveva una spada, la Durlindana. Si dice fosse appartenuta al mitico eroe Ettore di Troia.
Sull’impugnatura della spada si dice ci fossero un dente di San Pietro, una ciocca di capelli di San Dènis, una macchia del sangue di San Basilio e uno spago del mantello della Vergine Maria. Per non farla cadere in mani nemiche, Rolando la gettò in un ruscello avvelenato.