Colui che cavalcò l’Ippogrifo
Astolfo era uno dei dodici paladini nelle leggende di Carlo Magno. Astolfo, duca inglese figlio del re d’Inghilterra, partecipò insieme a Carlo Magno nella battaglia contro i Saraceni.
Astolfo: la leggenda
Aveva un cavallo magico, Rabicano, che era senza peso. Cavalcò però anche l’Ippogrifo (creatura mitologica dal corpo di cavallo e testa e ali di grifone). Possedeva inoltre un corno, dono di Logistilla, che quando veniva suonato riusciva a incutere un così gran timore in uomini e animali, che essi potevano essere facilmente sconfitti da Astolfo.
Il suo personaggio viene descritto un po’ gradasso e dalla lingua pungente. Pronto, pur di sottrarsi a dei grattacapi, a scendere a compromessi con il nemico.
Questo non deve indurre a pensare che fosse un codardo perché è descritto anche come una persona altruista e galante. Di aspetto molto seducente, fece innamorare di sé la maga Alcina, la quale lo adescò con una balena, facendogli credere che fosse un’isola.
Insieme alla balena venne condotto nel palazzo di Alcina e, una volta che la maga si stancò di lui, lo tramutò in un mirto. Astolfo venne infine liberato dall’incantesimo grazie a Melissa. Questa, con un anello magico gli mostrò la maliarda in tutta la sua reale bruttezza.
Il cavaliere fece poi un viaggio nell’oltretomba. Infine andò sulla Luna col carro di Elia per recuperare il senno di Orlando, che perse dopo essere stato respinto da Angelica.
Sulla Luna c’era San Giovanni, che consegnò la fiala con dentro il senno di Orlando ad Astolfo.
Quando tornò sulla Terra, restituì a Orlando la fiala ed egli riacquistò la ragione.