Il Castello di Montebello
Si narra che il Castello di Montebello, nei pressi di Torriana, vicino a Rimini sia abitato da spiriti inquieti. Qui, di solito ogni cinque anni, nel giorno del solstizio d’estate (il 21 giugno), purché vi sia un temporale, sarebbe possibile avvertire l’eterea presenza di Guendalina Malatesta, detta “Azzurrina”, scomparsa misteriosamente nei sotterranei del maniero all’età di otto anni.
Il fantasma di Azzurrina
Nata albina e con gli occhi azzurri, venne fin da piccola vista come una “diversa” e finì per essere emarginata dai suoi coetanei. La madre le tingeva i capelli per salvarla, ma il colore non rimaneva, lasciando azzurra la chioma della bambina. Al tempo, infatti, gli albini erano considerati figli del demonio e, in quanto tali, condotti sul rogo. Tuttavia, il destino di Azzurrina fu un altro, ugualmente triste. Il 21 giugno dell’anno 1375, mentre fuori infuriava un forte temporale, la fanciulla si lasciò scappare nei sotterranei del castello la palla con la quale stava giocando. Subito corse a cercarla, ma il suo corpo non venne mai più ritrovato.
Lo spirito inquieto di Azzurrina, a quanto pare, vaga ancora in quel luogo maledetto. E in alcune occasioni è stato possibile documentare questo fenomeno. Sia nel 1990, che nel 2000 e nel 2005 sono state fatte delle registrazioni. In tutti i casi, è possibile udire in queste incisioni dei suoni, delle voci, forse un pianto, il lamento di una bambina.
Il demone Belial
Di volta in volta, queste registrazioni vengono fatte udire ai turisti in visita al Castello di Montebello, che esprimono le loro opinioni, spesso contrastanti. In un’incisione del 2003 sembra quasi di udire una sorta di invocazione del demone Belial da parte di più persone. Durante la visita notturna del castello i visitatori possono osservare con i propri occhi le impronte, ancora abbastanza distinte, che una spettrale bambina lasciò sul soffitto alcuni anni or sono, quando venne vista camminare a testa in giù da un inserviente della rocca.
Oppure, la pesante tavola di legno che, a quanto pare, avrebbe levitato di circa un metro durante una seduta medianica. E ancora, la panca di legno, risalente all’età delle crociate, sulla quale venivano legate le prigioniere cristiane alle quali veniva impedito di partorire. Queste, bloccate qui in una determinata posizione, morivano agonizzanti durante il parto, assieme al loro bambino. Sulla stessa tavola, stranamente, è ancora ben visibile un dipinto realizzato nel medioevo, forse con il sangue delle vittime.
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